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Progetto svantaggio, disadattamento ed handicap

Ogni bambino, a maggior ragione quello in situazione di disabilità, deve potersi integrare nell'esperienza educativa, così da essere riconosciuto e riconoscersi compartecipe nelle attività didattiche che si svolgono nella comunità scolastica. Senza dimenticare che la presenza di alunni in particolari situazioni di svantaggio, di disadattamento o di handicap favorisce la maturazione del gruppo classe.

La presenza nella scuola dei bambini in difficoltà è, in effetti, fonte di una preziosa dinamica di rapporti e di interazioni e occasione di crescita per tutti. Dinamica che insegna a considerare e a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante (Dalle Indicazioni Nazionali per i Piani Personalizzati delle Attività Educative nelle Scuole dell’Infanzia).

La Scuola dell'infanzia, quindi, offre ai bambini con disabilità e con svantaggio adeguate opportunità educative, realizzandone l’effettiva integrazione secondo un articolato progetto educativo e didattico, che è la parte integrante della programmazione.

Le Indicazioni Nazionali, del resto, evidenziano che “la loro integrazione deve essere favorita con ogni mezzo, in modo da rispondere ai loro specifici bisogni relazionali e cognitivi per svilupparne e rafforzarne le capacità individuali”.

Le figure educative chiamate a relazionarsi con i bambini diversamente abili o svantaggiati non devono mai perdere di vista il grande valore della persona umana, che non si fonda sulla sanità psico-fisica, ma sul fatto che l'individuo è ed esiste in quanto tale.

Finalità

Le finalità del progetto derivano dalle finalità della scuola dell’infanzia. Pertanto questo progetto intende agire affinché i bambini coinvolti nella sperimentazione possano “raggiungere avvertibili traguardi di sviluppo in ordine all’identità, all’autonomia e alle competenze”.

Articolazione del progetto

Nei casi di svantaggio, disadattamento o handicap il collegio docente elabora un progetto integrato per il conseguimento dell’autonomia, dell’identità e per l’acquisizione delle competenze motorie, percettive, linguistiche e intellettive attraverso la predisposizione di specifiche metodologie e strategie compensative di individualizzazione dei percorsi educativi

Il progetto integrato prevede una doppia ristrutturazione della scuola dal punto di vista organizzativo e pedagogico – didattico:

sul piano organizzativo la scuola stabilisce rapporti positivi con le agenzie socio–sanitarie del territorio e con la famiglia. Inoltre rende flessibili i tempi e gli spazi di lavoro per permettere la diversificazione degli interventi educativi e didattici;
sul piano pedagogico didattico la scuola stabilisce momenti di collegialità tra: la famiglia, l’insegnante di sezione e quella di intersezione, gli operatori specializzati e la coordinatrice al fine di:

osservare sistematicamente il bambino da più punti di vista (psico–fisico, cognitivo, relazionale);
intervenire tempestivamente per diminuire scompensi e favorire possibili recuperi;
controllare l’efficacia e l’efficienza delle modalità operative per progettare e sviluppare ulteriori interventi integrati e individualizzati.

Metodi

Le insegnanti (della sezione e del gruppo di intersezione) svolgono “compiti di regia educativa, predisponendo ambienti stimolanti e ricchi di opportunità diversificate di esercizio”. Esse devono diventare un punto di riferimento forte per il bambino, così da offrirgli quella sicurezza e quella stabilità affettiva e cognitiva di cui il bambino svantaggiato, disadattato o diversamente abile ha bisogno.

Le insegnanti fanno uso dell’osservazione sistematica, come strumento più efficace per seguire e controllare le forme, i modi e i tempi dello sviluppo del bambino. Quindi tutte le insegnanti della scuola dell’infanzia concorrono collegialmente alla riuscita del progetto educativo generale di integrazione.

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