Uno dei primi obiettivi che si propone ogni insegnante a inizio anno è quello di portare abbastanza presto i bambini a individuare e condividere i momenti e le attività che scandiscono la giornata alla scuola dell’infanzia.
La giornata a scuola è scandita da alcuni rituali per dare al bambino la sicurezza del “sapere cosa succede dopo”. Ciascun bambino, riconoscendo nella routine della sua giornata il momento specifico che sta vivendo, individua in quale punto della giornata si trova, riesce cioè a scandire il proprio tempo, a gestirlo e tutto questo gli dà sicurezza.
Josephine è un elemento importante di Foody: è la bocca ed è lei che gli permette di manifestare la propria felicità o la propria tristezza. Ecco perché Josephine ha pensato di lasciarci il disegno di Foody, senza però inserire la bocca (che noi abbiamo successivamente realizzato su un cartoncino giallo e attaccato con un fermacampione), da utilizzare come strumento per comunicare agli altri il nostro gradimento e le nostre emozioni.
Per far acquisire ai bambini la giusta autonomia, imparare a relazionarsi e a convivere con gli altri è di fondamentale importanza la vita organizzata della scuola. Tramite il rispetto delle regole e la condivisione dei compiti essi imparano la vita in comune. I bambini hanno bisogno di imparare e noi insegnanti dobbiamo scegliere le strategie idonee per interessarli.
La nostra cara Josephine ancora una volta ha avuto un gentile pensiero per noi. Questa volta l’abbiamo trovata “carica” di palloncini colorati: erano sette e dei colori delle nostre sezioni. In ogni palloncino era contenuto un bigliettino nel quale la nostra amica ci suggeriva dei giochi da fare tutti insieme per aiutarci a conoscerci meglio.
Dopo aver letto la storia dell'arcobaleno, i bambini hanno iniziato spontaneamente una discussione. Si sono soffermati parlando del piccolo arcobaleno triste e annoiato perché è sempre solo, mentre loro che vanno a scuola e hanno tanti amici, sono felici perché giocano tanto. Alcuni bambini propongono di fare un cartellone e colorare un arcobaleno, alcuni di disegnare i bambini che giocano a scuola, alcuni di disegnare se stessi a scuola...tutte idee veramente belle!
Ma cosa si può fare per accontentarli tutti?
Ecco che alla maestra allora viene un'idea!!! Un arcobaleno formato da tanti bambini. I bambini con entusiasmo accettano la proposta ed eccoli tutti all'opera per realizzare il loro cartellone.
Con acquerelli,
Dopo aver giocato alla caccia al tesoro, proposta dalla banana Josephine che ci ha portato alla conoscenza degli ambienti scolastici, per ricordarli meglio, abbiamo pensato di imparare delle filastrocche (disponibili in allegato) che li descrivano in modo divertente.
Con l’insegnante abbiamo visitato tutti gli spazi e li abbiamo fotografati.
Di seguito, abbiamo realizzato un cartellone con elencate le filastrocche accanto alla relativa fotografia.
Josephine, la banana sorriso di Foody, è venuta nella nostra scuola per conoscerci. Noi bambini, della classe dei rossi, abbiamo pensato come fare per realizzare un cartellone che ci rappresenti e che possa permettere a Josephine di conoscerci meglio.
Ognuno di noi ha fatto l’impronta della sua mano del colore che desiderava.
I bambini vivono diverse routine durante la loro giornata a scuola: il primo rituale, tutti insieme, è il saluto del mattino, attraverso il gioco delle presenze: è un momento socializzante in cui il bambino riconosce se stesso e gli altri e si sente parte di un gruppo. Il gioco delle presenze si propone come un gioco diverso dal tradizionale appello, divenendo l’occasione in cui i bambini si presentano ai compagni e a loro volta imparano il nome degli altri bambini, identificandoli. Sul nostro cartellone delle presenze è previsto anche uno spazio dove inserire la foto dei compagni assenti così al termine dell’appello i bambini possono contare “Quanti siamo oggi…” .
Dopo aver giocato col gomitolo, i bambini si sono cimentati in altri giochi proposti dalla nostra amica Josephine. Uno tra questi “Chi è, chi non è”: i bambini sono disposti in girotondo con un compagno che li osserva. Il bambino che è al centro viene invitato a chiudere gli occhi e a coprirli con le mani. Un bambino del girotondo si nasconde, mentre gli altri possono cantare questa filastrocca: Chi è? Chi non è? Indovina tocca a te.
Il percorso di cui i bambini della classe dei blu sono stati protagonisti ha voluto far emergere l’identità di ciascuno attraverso la narrazione dell’esperienza personale. Lo strumento narrativo ha avuto la funzione di sollecitare ogni bambino ad esprimere la sua identità, le sue capacità e le sue fragilità. Nel corso dell’anno ai bambini è stata quindi fornita un’occasione di convivialità relazionale, intessuta di linguaggi affettivi ed emotivi, nella quale possono condividere valori di appartenenza a una comunità vera e propria.
Coccole e carezze, baci e abbracci, ma anche sorrisi e sguardi che scaldano il cuore. La lumaca Elisabetta ci ha insegnato proprio questo con la storia “Il meraviglioso paese delle dolci coccole”. L’abbiamo letto, più volte perché ci è proprio piaciuto tanto e ogni volta eravamo pronti ad affermare “Ci piacciono tanto le coccole!”
Da bambini ci insegnano che sognare è bello e che giocare lo è ancora di più, tanto più che sognare non costa nulla e da piccoli ogni sogno sembra raggiungibile e possibile.
La lumaca Elisabetta ci ha lasciato una storia dal titolo “Storia del mare e del suo sogno” (disponibile il allegato)e così abbiamo imparato cosa sono i sogni o desideri, che tutti ne hanno almeno uno e soprattutto che è bello condividerli con gli amici.
La lumaca Elisabetta ci ha lasciato qualche disegno da colorare, suggerendoci di utilizzare tecniche e materiali diversi da quelli che usiamo abitualmente.
Abbiamo accolto il suggerimento con molto entusiasmo e ci siamo messi all’opera per realizzare:
• una lumaca con la lana: abbiamo colorato il corpo con i pennarelli o le tempere, ma il guscio l’abbiamo realizzato incollando tanti fili di lana
La casa è uno dei temi più rappresentati dai bambini. La casa simboleggia il rifugio e il calore familiare, il disegno della casa esprime un importante contenuto emotivo del bambino e in esso il bambino proietta se stesso.
Anche la lumaca Elisabetta tiene molto alla sua casetta. Un giorno ci ha lasciato la sua canzone preferita, quella che la sua mamma le canta spesso.
Il Padre nostro è una preghiera semplicissima, che abbiamo imparato a recitare fin da bambini, eppure ricchissima. In essa c'è la scoperta della parola “Padre”, Dio Padre come nuovo orizzonte della vita. In questa preghiera è inoltre celata la scoperta della paternità di Dio, possiamo cioè comprendere che il 'Padre nostro' riassume il progetto di Dio su di noi.
Per spiegare ai bambini questa preghiera, Suor Luigia mostra un sentiero in salita, fatto utilizzando della carta crespa marrone, sul quale ci sono delle impronte che portano a Dio Padre, che aspetta ciascuno di noi in fondo al cammino a braccia aperte.
All’inizio del mese di maggio, mese dedicato a Maria, suor Luigia spiega ai bambini la preghiera del Rosario.
La parola Rosario significa “Corona di Rose“. E’ una preghiera semplice e umile, così come Maria. E’ una preghiera che facciamo insieme a Lei quando con l’Ave Maria La invitiamo a pregare per noi: la Madonna esaudisce sempre la nostra domanda e unisce la sua preghiera alla nostra.
Il rosario è composto da tante preghiere rivolte a Maria. Ogni preghiera ricorda un fatto della vita di Gesù o di Maria. Questi fatti sono chiamati misteri, non perché siano difficili da capire, ma perché sono il segno, la prova dell'amore di Gesù e di Maria per noi.
Suor Luigia racconta ai bambini di due discepoli che presero la strada per Emmaus pensando in cuor loro che non ci fosse più niente da aspettare. Mentre camminavano parlando di quanto era successo in quei giorni, Gesù si accostò e si mise a camminare insieme a loro. Gli occhi dei due discepoli però erano incapaci di riconoscerlo.
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