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Lettura e drammatizzazione

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Un’altra lettera dal nostro amico topo con gli occhiali e…un’altra sorpresa!

azzurri

Sono due libretti da leggere: “La nuvola Olga e la montagna” e “Giovanna va al mare”, ce li ha mandati il nostro amico e ci suggerisce di leggerli perché lui li ha letti tante volte e sono molto divertenti. Seguiamo il consiglio del topo e cominciamo a leggere! Dopo aver letto i libretti e dopo averli sfogliati per guardare attentamente le immagini, ogni bambino ne ha fatto una rielaborazione grafica rappresentando la parte della storia che più gli era piaciuta.

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In seguito le storie lette e raccontate sono state drammatizzate dai bambini che ne hanno interpretato i vari personaggi divertendosi e interiorizzando meglio le storie. Un approfondimento per i genitori: perché è importante la drammatizzazione. La metodologia del gioco rappresenta nella scuola dell'infanzia e nel primo biennio della scuola primaria uno strumento di lavoro davvero efficace per raggiungere traguardi formativi di successo nel bambino. In modo particolare, una delle metodologie di eccezione è rappresentata dall'attività della drammatizzazione: attraverso il corpo e il movimento e attraverso il travestimento viene favorita, infatti, l'espressione e la comunicazione nei piccoli dell'autonomia, dell'affettività e delle relazioni. Il bambino impara a: riconoscere le proprie emozioni e i propri pensieri, accettare le diversità, superare le inibizioni, canalizzare adeguatamente forme di aggressività. Osservando i bambini in una drammatizzazione, ogni insegnante scoprirà quanto l'imitazione e l'identificazione si trasformino in un momento divertente dove i ruoli mostrano un gioco di eccezionale spontaneità.
Attraverso la sperimentazione e la simulazione di personaggi, infatti, emergono dinamiche familiari, emotività nascoste, inibizioni superate, palesando un contenuto didattico, spesso anche terapeutico, importantissimo.
Simbolizzando le esperienze personali, il piccolo riesce anche a riconoscere e misurare l'intensità delle proprie emozioni: un'educazione all'espressione del sé, attraverso un progetto educativo di drammatizzazione, dovrebbe pertanto essere trasversale a ogni esperienza dell'offerta formativa scolastica.
L'attività del travestimento, se per ogni bambino significa esprimere sentimenti e comunicare la propria identità, per l'adulto di riferimento rappresenta un campo di osservazione necessario a rilevare la positività della crescita del sé e del rapporto con l'altro, oltre che caratterizzarsi per elemento di raccolta di dati necessari a promuovere interventi educativi miranti alla socializzazione, all'integrazione nel gruppo, allo sviluppo del senso dell'iniziativa personale, al superamento di ruoli gregari.

Maestra Anna

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